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Autoritratto (per un amico)

Sono qui,
solo, non ho l’altro per fare un paio;

faccia a
terra, e non mi giro.

Ho camminato
tanto,

ho visto
cose belle e ne ho cercate di migliori.

Il terreno
era sporco,

ma ho
evitato i tappeti.

Così ho
seminato orme nei miei giri,

ma non erano
da appendere ai muri.

Ai muri del
salotto appendono i soldi e padre pio,

belle
bagnanti e tramonti infuocati.

Io ero al
muro dei comunardi,

e lo vedevo
con gli occhi dei bambini di Gaza.

Su questa
spiaggia, che non può essere l’ultima,

io sono
traccia, memoria delle mie tracce.

Ma non mi
accontento di questa mia sorte,

non sono
pago dell’aver camminato.

Prima che la
suola sia tutta consumata,

"scarpe
rotte eppur bisogna andar"

a cercare,
ancora,

una nuova
primavera.